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Visualizzazione dei post da agosto, 2021

DEMONIC | Mondi virtuali e possessioni demoniache secondo Neill Blomkamp

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Il nuovo film di Neill Blomkamp si apre su una sequenza tanto onirica quanto mimetica. Carly ( Carly Pope ) si trova in aperta campagna, e seguendo le lontane suppliche di sua madre Angela ( Nathalie Boltt ), viene attirata dentro un enorme sanatorio. L’edificio sembra abbandonato: eccetto Angela, che seduta su uno spoglio lettino, “saluta” la figlia appiccando un incendio.  Una sequenza che è simbolo e presagio di quanto seguirà.  Da molti anni Carly ha rotto ogni rapporto con la madre, rea di atroci delitti che le sono costati l'ergastolo, non senza riflettersi negativamente anche sul nome della figlia. Carly è tuttavia riuscita a ricostruirsi una vita, trasferendosi lontano dai luoghi della sua infanzia, e abbandonando la folle genitrice al suo destino e all'oblio.  Tutto questo almeno sino ad oggi, quando  Angela riappare improvvisamente nell'orizzonte di sua figlia. Carly viene contattata poiché sua madre, colpita dalla rara "sindrome del chiavistello" (lock

L'ASTRONAVE FANTASMA | Supereroi e invasori spaziali in un classico della fantascienza giapponese

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La fantascienza in Giappone ha avuto inizio con il vasto corpus letterario di Unno Jūza (1897-1949): un autore tanto fondamentale per il Sol Levante, quanto sostanzialmente ignoto al di fuori della Patria dei samurai. Al momento, in Italia mi risultano tradotti solo un pugno di suoi racconti, compresi in una importante raccolta a cura di Massimo Soumaré, Lo scudo dell’illusione , pubblicata dall’editore Atmosphere. È dunque un’ardua impresa tracciare una storia della fantascienza giapponese delle origini: di come i primi autori abbiano formato e indirizzato l’immaginario dei lettori, verso ciò che sarebbe poi stato realizzato, su carta e non. Fatto sta che grazie al Maestro Unno Jūza, e un manipolo di altri autori che seguiranno immediatamente, dopo la Seconda guerra mondiale il Giappone era già “rodato” per attingere all’immaginario fantascientifico del cinema occidentale, e farlo proprio. Questo nell’ottica di un rapporto difficile tra un Paese sconfitto (e bombardato con due atomic

LA BAMBOLA ASSASSINA (2019) | Un nuovo Chucky per il terzo millennio

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Tra i franchise horror di maggior successo dobbiamo senz’altro annoverare La bambola assassina , in originale Child’s Play . Creato da Don Mancini , al primo film della saga originale (1988, scritto da Mancini, John Lafia e Tom Holland , e diretto da quest'ultimo) ne seguiranno altri sei, sino a Il culto di Chucky (2017, scritto e diretto da Mancini), buona parte dei quali usciti direttamente in home video. Come in tutte le saghe horror che si rispettino, l’autentico protagonista nonché fulcro delle vicende è il mostro/killer. In questo caso lo sboccato bambolotto Chucky , personaggio ironicamente eccessivo – decisamente figlio della sua epoca – che deve la sua passione per l’omicidio efferato al fatto di essere un vero e proprio serial killer: ovvero Charles Lee Ray ( Brad Dourif , che ha anche sempre doppiato Chucky), la cui anima, in punto di morte, viene intrappolata da uno sfortunato rito voodoo nell’esemplare di un popolare giocattolo a pile. Nel corpo artificiale della bam

LO SCIAME | Cavallette vampire e critica sociale

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Dopo la morte del marito, Virginie ( Suliane Brahim ) è costretta a portare avanti da sola l’azienda di famiglia: un allevamento di cavallette a scopo alimentare che, con buona pace dell'ottimismo sul futuro dell’entomofagia, si trova sull’orlo della bancarotta. Inevitabilmente le difficoltà lavorative si ripercuotono anche sulla sua vita familiare, corrodendo sempre più i rapporti con i suoi due figli: in particolare con la maggiore, l’adolescente Laura ( Marie Nardonne ), che a scuola viene crudelmente bullizzata dai compagni. La vita alla fattoria di Virginie procede dunque all’insegna del disagio e della disperazione, sinché un giorno la donna non scopre quanto le sue bestiole siano ghiotte di sangue, che le rende molto più forti facendole moltiplicare come… beh, come cavallette. La produzione riprende positivamente, e Virginie accantona l’idea di vendere tutto. Però, la crescita della produzione significa anche crescita del lavoro, nonché necessità di maggiori risorse: tra cui

IL RITORNO DI DIAVOLIK (OGON BAT) | Il film live action di FANTAMAN e la storia del più antico supereroe giapponese!

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Una risata ironica, potente e sinistra, seguita dal grido “Fantaman!”. Così ha inizio la sigla di un cartone animato che ha fatto decisamente epoca: “C’era tanto tempo fa un’antica civiltà/ C’era Atlantide si sa, ma nessuno sa dov’è/ Ma c’è un uomo, forte, con un nome fantastico/ Che sa volare, sa lottare, e tutti aiuterà/ Fantaman, giustizia lui farà, Fantaman”! Un pezzo rock ’n roll ricco di promesse d’azione e avventura, reso ancora più orecchiabile e attraente dall’accento americano del cantante Douglas Meakin dei Superobots (qui sotto lo pseudonimo di “Superband”), ensemble all’origine di decine e decine di storiche sigle di serie televisive, animate e non solo. Con questo brano indimenticabile nel 1981, nel pieno fervore della rivoluzione animata giapponese in Italia, si presentava ai giovani spettatori nostrani Fantaman , ovvero il supereroe nipponico Ogon Bat : un pittoresco personaggio che avrebbe saputo lasciare il segno nonostante le scarse repliche a venire (ancora oggi, tr

CONTAGIOUS - EPIDEMIA MORTALE | Un vertice di intimismo e dramma per lo zombie movie

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[...] Nel 2015 il grande vecchio Schwarzenegger debuttò nello zombie movie, con un film decisamente sui generis: il lirico Maggie , in Italia ribattezzato molto più banalmente Contagious - Epidemia mortale . Il film presenta un classico scenario (post) apocalittico: è esplosa una terribile pandemia, causata da un “necrovirus” che colpisce le colture e – soprattutto – attraverso esse gli umani, uccidendoli progressivamente sino a renderli zombie cannibali. Morti viventi lenti e ciondolanti, di marca nettamente romeriana; la novità in Maggie (perdonatemi, ma userò il titolo originale), è il ciclo della malattia/mutazione che, decisamente lentissimo, si attesta sulle otto settimane. Come agricoltore di una cittadina del Kansas, l’anziano e taciturno Wade Vogel (Schwarzenegger) vive questa tragica situazione sotto entrambi i suoi aspetti: la distruzione di tutte le sue piante per evitare l’ulteriore diffusione del virus, con tutto ciò che ne deriva in termini di povertà e mancanza di ris