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CHOOSE OR DIE | Una maledizione retrò per un survival horror a 8 bit

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Tra le mille cianfrusaglie del suo “special friend” Isaac ( Asa Butterfield ), un programmatore in fissa con gli anni Ottanta, Kayla ( Iola Evans ) trova una cassetta di Curs>r , un misterioso videogioco a tema horror di quell’epoca. La sfortunata ragazza, a sua volta versata nell’informatica ma impossibilitata a realizzarsi da una vita a dir poco schifosa, decide di giocarlo nella (assai bizzarra) speranza di ottenerne il mai reclamato premio finale. Ma Curs>r risulterà essere un autentico gioco maledetto che influenza la realtà, obbligando essenzialmente Kayla a cagionare dolore e morte ad altri, invece che a sé stessa. Riuscirà la nostra protagonista a uscire viva da questa spirale di violenza e orrore? Piacevole teen horror dalle tinte fosche, sebbene più nel descrivere la disagiatissima vita della protagonista (eccellente prova della Evans, by the way) che nello spaventare. Choose or Die   (noto appunto anche come Curs>r , UK 2022, di Toby Meakins )  rielabora attraverso

HANSEL & GRETEL (2006) | Uno dei primi cortometraggi horror di Robert Eggers ('The VVitch', 'The Lighthouse')

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Hansel & Gretel (USA 2006, forse primi 2007) è uno dei primi cortometraggi di Robert Eggers , del quale a breve uscirà l’attesissimo The Northman . Girato nello stile del cinema degli albori (muto), è una rappresentazione piuttosto fedele e orrorifica del celebre racconto popolare tedesco, immortalato nella fiaba dei fratelli Grimm , e presenta in nuce stile e temi che ritroveremo nei suoi lungometraggi The VVitch (2015) e The Lighthouse (2019). Nel ruolo della strega la madre di Eggers, Kelly , resa davvero spaventosa dal trucco, e ovviamente dall’arte cinematografica del figlio. Hansel & Gretel è ora disponibile gratuitamente online, e potete gustarvelo qui:

APOLLO 10 E MEZZO | La Space Age e l'American Dream nell'immaginifico flusso spaziotemporale della Memoria

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Primavera del 1969. In un sobborgo di Houston, Texas, Stanley un ragazzino delle elementari viene arruolato dalla NASA come astronauta. Nella corsa alla conquista della Luna, infatti, hanno commesso un errore, costruendo una navicella spaziale troppo piccola per un adulto... Ma questo è solo la premessa di un film poetico, intorno agli anni Sessanta e alla Space Age, riletti attraverso l’immaginazione e i ricordi di un (ex) bambino americano cresciuto a fianco delle missioni Apollo, in mezzo a una “famiglia Brady” (cit.) assai sfaccettata e vivace. Dove la voce narrante di lui, ormai adulto, è prestata in originale da un ironico e intimista Jack Black . Con Apollo 10 e mezzo (USA 2022) Richard Linklater torna all’animazione in rotoscopio e performance-capture di Waking Life e A Scanner Darkly , offrendo un suggestivo tableau vivant perennemente sospeso tra realtà e sogno, tra fatti e finzione, tra storia e mito. Un flusso psichico di usi e cultura pop dell’epoca trascinante, commove

TRAGEDY GIRLS | Amicizia e omicidi seriali nell'epoca dei social

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Ah la gioventù! L’amicizia, le speranze, i primi amori… e ovviamente, uccidere malissimo tutti! Sadie Cunningham ( Brianna Hildebrand ) e McKayla Hooper ( Alexandra Shipp ) sono due liceali & migliori amiche con un segreto: stanno studiando da serial killer, mettendo assai bene la pratica prima della teoria, mentre attraverso il loro canale YouTube Tragedy Girls sensibilizzano contro il presunto colpevole dei loro delitti. Ovvero Lowell Orson Lehmann ( Kevin Durand ), il precedente assassino seriale della ridente Rosendale, la classica cittadina della provincia americana dove non dovrebbe succedere mai nulla ma poi succede di tutto; un maniaco “rip-off di Michael Myers” (cit. McKayla) nonché modello delle due fanciulle, che per sicurezza le due ragazze rapiscono e tengono segregato, mentre perpetrano alla sua faccia la loro copiosa fetta di massacri. In questa horror comedy ( Tragedy Girls , USA 2017, di Tyler MacIntyre ) ricca di trovate, effettacci e citazioni (a cominciare dai

ARCHIVE 81 - UNIVERSI PARALLELI st. 1 | Occultismo, altre dimensioni e metafilmico

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Dan Turner ( Mamoudou Athie ) è un autentico videoarcheologo: un restauratore di enorme talento in grado di riportare alla luce qualsiasi vecchio filmato, anche quando il supporto (rigorosamente analogico) che lo contiene sembra irrimediabilmente compromesso. Per questa ragione, il capo di una misteriosa azienda lo ingaggia per restaurare in gran segreto i video di Melody Pendras ( Dina Shihabi ), una ricercatrice e filmmaker scomparsa nel 1994, durante l’incendio che ha distrutto il condominio newyorkese presso cui stava realizzando un documentario. Messosi all’opera, Dan si ritroverà sempre più invischiato, e ben più personalmente di quanto avrebbe mai immaginato, in una inquietante vicenda a base di oscuri culti iniziatici. Questo perché tutto ciò si ricollega anche al suo traumatico passato; ma soprattutto perché Melody, la coraggiosa ragazza dei video scomparsa da anni, sembra sempre più chiaramente implorare proprio il suo aiuto... Basata su un celebre podcast e prodotta tra gli

TOP e FLOP CINEMA 2021

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TOP 5, in ordine non rigoroso: 1. THE SUICIDE SQUAD – MISSIONE SUICIDA. Il 2021 ha visto confermato il dominio dei superhero movie, che in barba alle critiche e al rischio saturazione dominano ovunque, funzionando persino nelle sale travolte dalla pandemia e conseguenti misure sanitarie. Diversi i titoli interessanti usciti quest’anno, capaci di mostrare nuove opportunità per i “cinecomic”: per esempio il monumentalismo epico in odore di decadenza della Justice League nella versione Snyder’s Cut, l’autorialità visionaria di Eternals , e il vertiginoso metacinema/postcinema di Spider-Man: No Way Home . Ma per quanto riguarda i superhero movie la mia scelta per il 2021 cade su The Suicide Squad di James Gunn. Autore che ha saputo passare dall’underground di Troma al mainstream Marvel/Disney (i due Guardiani della Galassia ) senza perdere in qualità e stile, Gunn per la Distinta Concorrenza e Warner rilancia alla grande quest’adorabile squadra di psicopatici assassini sfruttati da una

RESIDENT EVIL: WELCOME TO RACCOON CITY | (Ancora) un pessimo film per un grande videogioco

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La triste storia di Raccoon City, cittadina statunitense vittima degli esperimenti della casa farmaceutica Umbrella Corporation, narrata attraverso il punto di vista di un manipolo di eroici sopravvissuti al suo disastro. Facciamola breve: questo reboot cinematografico di Resident Evil è un disastro. E non tanto per il discusso casting, che se anche gli attori fossero stati copie carbone dei character poco cambiava. Semmai per la scrittura raffazzonata, che oltre a caratterizzare personaggi iconici in maniera a dir poco superficiale quando non apertamente odiosa (Leon Kennedy su tutti, ridotto a un mentecatto), mescola alla rinfusa i primi due capitoli (e non solo) della celebre saga videoludica: comprimendo, e malissimo, davvero troppa roba, con un’assenza generale di ritmo e tensione che tolgono ogni possibilità di appassionarsi al film. E non bastano certo ambienti, dettagli e quant’altro presi di peso dal videogame a salvare il tutto. Anzi, in qualche modo i limiti di Resident Evi