PREY | Fuggite sinché potete, ma dal film!
Cinque amici, ma neanche tanto amici poi, fanno un’escursione nella natura incontaminata per festeggiare l’addio al celibato di uno di loro. A un certo punto, qualcuno inizia a sparargli. E nessuno comunque può dargli torto.
Occuparsi di cinema è bello e gratificante, almeno sino a quando non t’imbatti in cose come Prey: quelle occasioni cioè in cui veramente dici “ma chi cazzo me lo fa fare”. Una specie di survival movie banalissimo, con tanta camera a mano, se vogliamo bei scenari (fotografia non male), e sceneggiatura non pervenuta.
Un film in cui le immagini di questi (scusate) anonimi stronzi in fuga, si alternano a flashback patinati, eccessivi e totalmente inutili alla trama. Di un film peraltro già breve (suo miglior merito), in cui oltretutto viene a mancare il collante decisivo della motivazione del killer.
Non vorrei spoilerarvi troppo (ma nel caso stavolta vi starei solo salvando, giuro) ma di solito, con premesse come queste, se vuoi rendere una storia minimamente interessante è essenziale che vi sia una qualche connessione tra vittime e killer, giusto? Bene.
Veramente, tutto fa pensare che questo Thomas Sieben – che scrive e dirige – sia stato rapito e costretto, con una pistola alla tempia, a scrivere su due piedi un film cui non avesse mai pensato prima.
Il poster qui riprodotto, fatto da un ragazzetto con Paint credo, attraverso tre dei Teletubby protagonisti rappresenta idealmente un po’ tutti gli spettatori caduti “prey” di cotanta opera: persi come Morgan sul palco di Sanremo. E senza bisogno di coca… un bel risparmio a ben vedere!
Disponibile su Netflix, ma piuttosto divertitevi a mettere ordine fra le bollette di casa.
CAST: David Kross, Hanno Koffler.
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