ANDY: I FATTI E LA FAVOLA | Vita e morte di ANDY WARHOL nel graphic novel capolavoro di Typex




La Pop Art è stato il movimento artistico che più di ogni altro ha saputo rappresentare grandezza e miseria della società contemporanea, nella sua essenza spettacolare e consumistica. Un’esperienza culturale che, nei differenti approcci dei singoli artisti (un non-movimento fatto di eccentrici individui, alla fine), ha espresso uno straordinario e vertiginoso mix tra un rigore descrittivo quasi scientifico; e un iconismo a sua volta indefinitamente sospeso tra l’apologetico e il funerario, al quale non fu estraneo un certo gusto per il monumentale e il kitsch. 

Nata in Gran Bretagna negli anni Cinquanta con l’opera di Richard Hamilton, il cui collage Just what is it that make today’s homes so different, so appealing? (1956) è solitamente considerato la prima espressione della nuova direzione di ricerca, la Pop Art assume presto una dimensione internazionale, trovando tuttavia negli Stati Uniti la sua terra d’elezione per antonomasia. Va da sé: la Patria del libero capitalismo, della produzione di massa, di Hollywood e dei suoi divi, della televisione, dei fast food e quant’altro, non poteva non fornire humus aureo per una realtà che proprio a quella superficie luminosa di cose guardava per esprimersi. 

La Pop Art era in fondo nata lontana dagli USA solo per accidente: un po’ come uno straniero devoto alle sitcom yankee, che al momento buono prende la nave in direzione di New York e la Statua della Libertà, per mettere radici dove in qualche modo si verificano “realmente”.




Non a caso è un po’ questa la storia di Andy Warhol, il più famoso e proverbiale esponente della Pop Art, che tuttavia negli USA c’era almeno nato. Andrew Warhola nacque a Pittsburgh, in Pennsylvania, il 6 agosto del 1928, ultimogenito dei tre figli del minatore Ondrej Warhola e di sua moglie Júlia Justína Zavacká (1892-1972), due immigrati lemchi (una minoranza ucraina). Si interessò da giovanissimo al mondo dell’arte, optando per lo studio di quella pubblicitaria al Carnegie Institute of Technology di Pittsburgh. 

In seguito sarebbe diventato celeberrimo per la sua pittura serigrafica, dedicata alle icone del consumo e dello spettacolo appunto, e per un’irripetibile esperienza di arte totale (anche cinema, of course!) che avrebbe avuto il suo fulcro nella sua Factory di New York, crocevia di ogni genere di artista e balordo dell’epoca. 

Per molto tempo Warhol fu IL centro della cultura newyorkese, dagli anni Cinquanta sino quasi alla sua morte (avvenuta il 22 febbraio del 1987 per intervento alla cistifellea). Quando, cioè, New York si stabiliva come LA capitale dell’arte contemporanea.


Come spesso accade per gli artisti di fama, la vita di Andy Warhol viene solitamente narrata solo per alcuni aspetti, quelli utili a inquadrarne l’esperienza artistica – se non, propriamente, a porlo in una dimensione esclusivamente celebrativa. Questo non è assolutamente l’approccio del fumettista olandese Typex, che nel suo enciclopedico (562 tavole belle fitte!) graphic novel biografico Andy: I fatti e la favola, pubblicato in Italia da Bao Publishing, ripercorre interamente vita, morte e miracoli del nume tutelare della Pop Art, Andy Warhol sé medesimo! 

Dalla quotidianità nella sua poverissima famiglia alla morte solo nonostante la fama, dagli esordi come grafico alla gloria come vetta dell’arte americana, dalla patina del successo al privato delle relazioni e del sesso omosessuale, dallo star system al cattolicesimo, dagli amici e collaboratori della Factory ai delusi e abbandonati, dall’onnipotenza alla paura (Valerie Solanas, il flagello dell’AIDS) e ai sensi di colpa (Edie Sedgwick su tutti). 

Tutto ciò che ha ruotato in & intorno Warhol – davvero I fatti e la favola non per nulla – viene restituito, compreso ogni personaggio chiave (impeccabilmente riassunti in raccolte di figurine… vedrete!) con cui sia entrato in contatto viene tratteggiato con una ricchezza clamorosa – talvolta anche quando lo spazio occupato è stato obiettivamente breve, ma non per questo necessariamente poco intenso.




Un’opera enorme, un autentico capolavoro del fumetto che evolve attraverso stili differenti a seconda del periodo dell’artista e dell’epoca. Dieci capitoli restituiscono un Andy Warhol inedito e a tutto tondo, umanissimo e affascinante come non mai, frutto di ricerche serie e puntigliose (vedi la bibliografia in fondo al volume) rese immediatamente esperibili dall’arte di Typex. 

Un volume che farà la gioia dell’appassionato fumettofilo; ma che consiglio anche a chi, senza avere particolare interesse verso i fumetti, sia interessato all’arte contemporanea e i suoi protagonisti. Un’opera curatissima, anche bella come oggetto in sé (è essa stessa una sfaccettata cosa pop!), che non sfigurerà accanto a cataloghi, saggi, biografie. 

Semplicemente im-per-di-bi-le!






ANDY: I FATTI E LA FAVOLA (Belgio 2018) 
di Typex, volume unico.
Edizione italiana 2019 Bao Publishing.

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