MORTAL KOMBAT (2021) | Il leggendario picchiaduro prende nuovamente vita!


Il violentissimo picchiaduro Mortal Kombat, creato da Ed Boon e John Tobias nel 1992, nel corso degli anni non ha mai smesso di dar vita a seguiti di successo (l’ultimo è Mortal Kombat 11, uscito nel 2019 e arricchitosi nel frattempo di numerose espansioni) nonché adattamenti in differenti altri media, imponendosi così come uno dei franchise più seguiti e apprezzati nel mondo. Mortal Kombat costituisce una vera e propria narrazione transmediale, caratterizzata da un worldbuilding complesso e sofisticato (riferimenti a molteplici dimensioni e linee temporali) e da una folta schiera di personaggi iconici e riconoscibili.

Qualcosa, insomma, che può accostarsi a modelli più classici di universi narrativi: come per esempio quelli dei supereroi Marvel e DC Comics. Con questi ultimi è tra l’altro avvenuto un epocale crossover nel videogioco Mortal Kombat vs DC Comics (2008): solo la prima di una serie di collaborazioni tra i due franchise seguite all’acquisizione del marchio “Mortal Kombat” da parte di Warner Bros., che ha potuto spingere in tale direzione in quanto detentrice dei diritti cinematografici DC.


Sub-Zero è interpretato da Joe Taslim (The Raid, La notte su di noi).

Nell’orizzonte di Mortal Kombat non è mancato neppure il cinema live action. Il primo film dedicato al popolare videogioco è Mortal Kombat (1995) di Paul W. S. Anderson: un cult apprezzato per la sua fedeltà al materiale originale, i buoni effetti speciali e una soundtrack di grande livello, e che annoverava nel cast un volto celebre come quello di Christopher Lambert (Raiden). Il film ebbe ottimo successo, così si tentò il bis con un sequel dal titolo Mortal Kombat: Distruzione totale (1997), per la regia di John R. Leonetti: questa volta non andò troppo bene, sia in termini qualitativi che di incassi. La saga cinematografica venne così interrotta, pur ispirando una serie televisiva (Mortal Kombat: Conquest, 1998-1999), e più tardi un cortomertraggio (Mortal Kombat: Rebirth, 2010) e una webserie (Mortal Kombat: Legacy, 2011).

Per avere un altro lungometraggio dal vivo di Mortal Kombat si è dovuto attendere parecchio, arrivando sino a quest’anno 2021. Prodotto e distribuito – ma guarda un po' – da Warner, e girato in Australia, il nuovo Mortal Kombat, per la regia di Simon McQuoid e scritto principalmente da Greg Russo (due autori entrambi al primo lungometraggio cinematografico), è stato preceduto da una campagna marketing che lo ha presentato proprio come quell'opera a lungo attesa dagli appassionati della saga. Un film spettacolare, dal cast solido, capace di portare degnamente sul grande schermo (o direttamente su quello domestico, maledetta pandemia) la visionaria ultraviolenza marziale del leggendario picchiaduro. Posso già tranquillizzarvi: in buona parte c’è effettivamente riuscito!


Hiroyuki Sanada (Scorpion) vs Joe Taslim (Sub-Zero): tanta, tantissima roba.


L'incipit del film è ambientato nel Giappone feudale. Assistiamo all’attacco della casata di Hanzo Hasashi, ovvero il futuro Scorpion (Hiroyuki Sanada) da parte del guerriero cinese Bi-Han, cioè il futuro Sub-Zero (Joe Taslim). Bi-Han sembra possedere già gran parte del suo potere di congelamento, e ciò costituirà un vantaggio determinante. Colui che sarà noto come Sub-Zero intende spazzare per sempre il retaggio del pericoloso avversario… ma non ci riuscirà proprio del tutto.

La narrazione si sposta poi ai giorni nostri. Facciamo la conoscenza di Cole Young (Lewis Tan), uno combattente di MMA la cui carriera, un tempo ai vertici, sembra ora in piena fase di declino. Subita l’ennesima sconfitta, per rilassarsi Cole esce a cenare assieme a sua moglie e sua figlia; improvvisamente, la famigliola viene attaccata da un pittoresco ma decisamente minaccioso ninja, che utilizza il congelamento come arma mortale: è il nostro Sub-Zero, che apparentemente gli anni se li porta davvero molto bene. Cole e la sua famiglia riescono a salvarsi solo grazie all’intervento di Jax (Mehcad Brooks), un militare che sembra saperla lunga su quanto sta accadendo.

Dopo varie vicissitudini, e aver fatto altre conoscenze piuttosto alternative, Cole scopre finalmente perché Sub-Zero lo perseguita: sul corpo egli porta un misterioso simbolo di forma di drago; ebbene, è nientemeno che il simbolo dei prescelti per il Mortal Kombat, un antichissimo torneo marziale all’ultimo sangue che ha luogo periodicamente tra distinte dimensioni per il dominio assoluto. Accade che Outworld, sorta di dimensione demoniaca comandata dal malvagio mago Shang Tsung (Chin Han), abbia vinto ben 9 tornei di fila contro Earthrealm, cioè la dimensione propria della Terra, tutelata dal giusto Dio del tuono Raiden (Tadanobu Asano). Se Outworld dovesse vincere per la decima volta il nuovo, imminente Mortal Kombat, dominerebbe nel terrore la Terra. Cole dovrà quindi allenarsi duramente per far emergere il suo potere nascosto, contribuire a una vittoria essenziale per tutta l’umanità, e tornarsene sulle proprie gambe a casa! TEST YOUR MIGHT!


Sì, c'è anche Goro!


Ripartendo dall'inizio, la trama di questo Mortal Kombat è piuttosto essenziale, ovvia e prevedibile negli sviluppi. Gli autori riescono ad arricchirla il giusto, costruendo un background affascinante e ricco di reference (occhio agli arredamenti dei templi...), con tutta la mitologia del torneo e ottime trovate come quelle di partire dall'antico scontro tra i futuri Scorpion e Sub-Zero  considerato come i due ninja siano sicuramente tra i personaggi più importanti, amati e riconoscibili del roster del gioco. 

Nondimeno, gli autori si prendono anche alcune curiose licenze: come l'introduzione di un nuovo personaggio utilizzato nientemeno che come protagonista, ovvero Cole Young; che funziona abbastanza, perlomeno non disturba ma non riesce neppure a spiccare rispetto agli altri, tutti comunque più noti e strutturati (vedi per esempio il suo potere, non particolarmente originale o brillante). Essenzialmente il suo ruolo è quello del "tizio comune" capitato in qualcosa di decisamente fantasy e apocalittico, che funziona come riferimento per lo spettatore occasionale. Ma alla fine va bene, nulla di grave... magari in futuro lo recupereranno pure nel gioco.

Mi pare nuovo anche tutto il discorso del simbolo del prescelto impresso sulla pelle, con relativa possibilità di guadagnare superpoteri (che arrivano a comprendere  e questo è stranissimo  quelli tecnologici di gente come Jax o lo schizzatissimo Kano di Josh Lawson) Un tentativo di semplificare le cose, che perlomeno ha di buono che non le complica.


Kano (Josh Lawson) è il maledetto bastardo che deve essere.


Ma la stranezza più strana di tutte: questo mitico torneo più volte evocato, alla fine non ha luogo. Non è cioè un torneo, ma piuttosto una serie di scontri singoli, esito di un attacco tutt'altro che sportivo di Shang Tsung e i suoi. Niente arbitri, niente classifiche, niente di niente.

Questioni di minutaggio forse, e di risparmiare personaggi per il previsto sequel. Va detto che è un aspetto che, per molti versi, emerge anche dalle più recenti versioni del videogame, che seguono storyline in cui gli incontri sono piuttosto la semplificazione di una grande battaglia. Il "torneo" è piuttosto l'ombra della modalità di gioco, che un fatto essenziale alla struttura della storia. Adattare tutto questo nella forma di un film è oggettivamente meno banale di quanto possa sembrare.


Scorpion è interpretato da Hiroyuki Sanada (L'ultimo samurai, 47 Ronin).


Il Mortal Kombat di Simon McQuoid funziona tuttavia benissimo in quelli che sono due punti indiscutibilmente essenziali: i personaggi e i combattimenti. Con un casting azzeccatissimo, in buona parte costituito da attori di comprovata esperienza negli action movie a base di arti marziali, coreografie ben curate, e ottimi effetti speciali, si realizza quello che tutti gli appassionati si aspettavano: vedere dal vivo le tecniche e le cruente battaglie del gioco, comprese le celebri fatality (gli emblematici colpi di grazia del gioco) con la loro abbondante dose di spettacolare splatter omicida.

Il veterano Hiroyuki Sanada (tra i suoi mille ruoli, ne L'ultimo samurai è l'ufficiale che addestra duramente Tom Cruise) dà vita a uno Scorpion credibilissimo; e altrettanto fa con il suo Sub-Zero la star indonesiana Joe Taslim (protagonista dell'eccezionale La notte su di noi, disponibile su Netflix: recuperatelo assolutamente se ve lo siete perso!). E vederli lottare all'ultimo sangue è semplicemente epico! 

Discorso simile per i due solenni leader in campo, affidati ad altri eccezionali veterani: con Raiden nelle sapienti mani di Tadanobu Asano (Tabù - GohattoZatōichi, e l'indimenticabile Kakihara di Ichi the Killer), e Shang Tsung in quelle di Chin Han (Il cavaliere oscuro, Contagion). Ludi Lin (il notevole Black Ranger del sottovalutatissimo Power Rangers del 2017) e l'esperto stuntman Max Huang danno vita rispettivamente a un Liu Kang e un Kung Lao impeccabili. Solido e credibile anche il protagonista Lewis Tan (Shatterstar in Deadpool 2), e così via (ci sono tanti altri personaggi che non ho nominato...). Un plauso particolare alla performance di Josh Lawson (recentemente visto in Bombshell: La voce dello scandalo) nel ruolo di Kano: sopra le righe, caustico e sgradevole come il personaggio richiede.

Si è insomma preferita la concretezza a quelli che potevano essere nomi di maggior richiamo, soprattutto per il pubblico occidentale. E direi che la scelta ha decisamente pagato.


Gli iconici Liu Kang e Kung Lao, ben interpretati da Ludi Lin e Kung Lao.


Sul piano tecnico il film funziona generalmente bene, ha ritmo e coinvolge. Buona la colonna sonora, che unisce pezzi nuovi a rivisitazioni di vecchie glorie. Concludendo, davvero un buon inizio per Simon McQuoid, Greg Russo e il rilancio cinematografico di Mortal Kombat, che toltosi l'onere del primo capitolo potrebbe svilupparsi come saga di tutto rispetto. 

A parte qualche scelta opinabile, infatti, il nuovo Mortal Kombat mantiene le promesse fatte ai fan nel dar vita al gioco, risultando inoltre solido e godibile anche per il non conoscitore. Il cliffhanger finale, il buon successo che il film sta riscontrandole notizie circa le conferme contrattuali di diversi attori (Joe Taslim in primis), e l'abbondanza di materiale ancora da sfruttare dalla saga videoludica originale, fanno davvero ben sperare per dei futuri sequel, ancora più ricchi e raffinati. Non vediamo l'ora!





MORTAL KOMBAT (Australia/USA 2021)
Regia di Simon McQuoid
Soggetto di Oren Uziel e Greg Russo
Sceneggiatura di Greg Russo e Dave Callaham
CAST: Lewis Tan (Cole Young), Jessica McNamee (Sonya Blade), Josh Lawson (Kano), Joe Taslim (Bi-Han/Sub-Zero), Mehcad Brooks (Jax), Matilda Kimber (Emily), Laura Brent (Allison), Tadanobu Asano (Lord Raiden), Hiroyuki Sanada (Hanzo Hasashi/Scorpion), Chin Han (Shang Tsung), Ludi Lin (Liu Kang), Max Huang (Kung Lao), Sisi Stringer (Mileena), Mel Jarnson (Nitara), Nathan Jones (Reiko).







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