PAZZIA | I fumetti di JiokE e l'orrore autentico

C’è orrore e orrore. L’orrore fantastico può essere anche rassicurante. Nell’inserire un’anomalia mostruosa nel quotidiano, si può essere confortati dalla sua scomparsa nel finale: dal ritorno dello status quo, dovuta alla vittoria di un eroe, o banalmente di una candidata vittima che ce l’ha fatta. Ha battuto il mostro, è sopravvissuta nonostante tutto. Ce l'ha fatta!, e noi con lei.

C’è poi l’Orrore che deriva dal Male reale: quella presenza, nelle pieghe del quotidiano, che terrorizza e agghiaccia per la sua ineluttabile gratuità. Ancor più quando nel panorama non si staglia nessuna figura a contrastarlo; nessun ordine, di alcun tipo, giunge ad annullarlo. Uno stato di cose che, ammettendo il Male come possibilità pari alle altre, si staglia come un’ombra corrosiva, avvolgendo ogni nostra fragile sicurezza.

Il Male, del resto, è quella parte della realtà che ha fatto vacillare anche i più convinti teorici della Giustizia e del Bene. Ne leggiamo nella cronaca tutti i giorni: sappiamo che è lì, in agguato. Ma questo Male agghiacciante è forse un caso limite, tanto accade sempre agli altri. Ripetetevelo, ancora e ancora.

Ancorché fittizi, i racconti a fumetti di JiokE, nom de plume di Giovanni Dell’Oro, sono brevi ma folgoranti, dolorosissime incursioni nei territori del Male reale. Mostri autentici, Orrori non soppressi da alcun spiraglio di luce, vissuti per lo più nella prospettiva atroce della vittima impotente. 

Orrori amplificati dallo stile grafico peculiare dell’autore: un tratto insieme viscerale e spietatamente freddo, carico di linee a china che si addensano tenebrosamente; e che sembrano esse stesse violare programmaticamente gli ambienti – domestici in primis – e le figure, in un insieme strutturale che richiama certo manga slice of life. Linee, regolari ma nervose, che innervano luoghi e personaggi come coltellate violente, rendendo questi racconti un’esperienza narrativa empaticamente dolorosa. 

Uno stile metodicamente e lucidamente crudele, efficacissimo all’atto rappresentativo. Uno stile che esplode con la narrazione in plot twist finali allucinanti e azzeccati (anche se l’insistenza su questo stratagemma, può alla lunga risultare un elemento di eccessiva prevedibilità).

Pazzia, il titolo della sua prima raccolta, una selezione dei racconti migliori di JiokE (+ 2 inediti!), è dunque ambivalente: “pazzia” è quella del malato predatore umano; ma “pazzia” è anche l’abisso in cui precipitano le loro vittime. Infine, “pazzia” è anche una qualsiasi delle circostanze narrate, maligne senza ragione. O magari è il mondo stesso, totalmente, ad essere “pazzo”.

L’arte di JiokE è perciò all’insegna dell’horror estremo & disturbante, scelta senz’altro ardita per una giovane promessa nell’attuale panorama fumettistico italiano. Laureatosi all’Accademia di Brera, attualmente JiokE studia alla Scuola Internazionale di Comics di Milano. Tuttavia non ha affatto perso tempo, ottenendo grande seguito attraverso i suoi profili social, dove ha pubblicato i suoi racconti a fumetti autoprodotti.

Il che mi agevola assai nel presentarveli a mia volta. Sul suo blog ne ha raccolti parecchi, che potete gustarvi in tutta tranquillità e gratuitamente. Pescandone 3 per iniziare, vi suggerirei di leggere Follia, Cicatrici e il più lungo e strutturato 30 giorni in Paradiso.

Se saranno di vostro gradimento, proseguite pure con gli altri.

Ma alla fine, mi raccomando, fate un serissimo pensiero ad acquistare il volume cartaceo. Direi proprio che un artista come JiokE merita tutto il nostro sostegno!

PAZZIA di Jioke
2020, Edizioni BD.

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Un magnifico omaggio di JiokE a uno dei miei manga favoriti,
Girl from the Other Side di Nagabe (pubblicato in Italia da Edizioni J-Pop).