WANDAVISION epp. 1 e 2 | Supereroi innamorati in una "sitcom" che cela segreti terrificanti
Dopo varie vicissitudini, in Avengers: Infinity War (2018, Anthony e Joe Russo) Wanda e Visione sono ufficialmente innamorati e conviventi. I due eroi vivono a Edimburgo, dove si sono ritirati per poter vivere tranquillamente.
Sino ad arrivare, ovviamente, agli aspetti tecnico-artistici più propri e rilevanti: dalla regia, alla scrittura, alla recitazione, è tutto impeccabilmente in stile. Tutti gli attori lavorano egregiamente; soprattutto i due protagonisti, che non più all’ombra dei “big” degli Avengers, possono dar libero sfoggio della loro notevole bravura.
Curiosamente, Visione si fa chiamare semplicemente Visione da chiunque, senza nemmeno un cognome. E nessuno sembra trovarlo strano...
Perché se WandaVision, in questi due primi episodi, è davvero una ricostruzione raffinata e
piacevolmente dettagliata di sitcom d’epoca, è altrettanto evidente come nasconda
qualcos’altro (anche nei dialoghi...). Questa sorta di sogno catodico, infatti, è frequentemente
interrotto da eventi inspiegabili – nel rispetto delle regole del "mondo" della
sitcom – che ne minano l’esistenza stessa.
Questo avviene sin dall’inizio di Episodio 1, con quella misteriosa “data d’anniversario” (secondo alcuni una reference a un certo albo degli Avengers, il 238...), che in tutti i sensi è il punto di partenza dell’episodio: il simbolo del “vuoto” da riempire, un po’ come quelle fedi nuziali che appariranno dal nulla. Sempre in Episodio 1 la scena clou è senz'altro l’”incidente” della cena, determinato dall’insistenza di certe domande fuori luogo. Che ha un doppio aumentato nell’”incidente” alla mano di Episodio 2, del quale citerei almeno anche il riavvolgimento finale.
Siamo verosimilmente di fronte a forme di autodifesa di quel personaggio che, nella finzione del racconto, ha creato il mondo di WandaVision. Un titolo che, by the way, non è da interpretarsi esclusivamente come la fusione dei nomi dei protagonisti: per esempio, può essere agevolmente letto anche come “Wandavisione” (sul calco di “televisione”), data la natura metatelevisiva della serie; o ancora, e forse soprattutto, come la visione di Wanda.
Ma questo personagg… vabbè, WANDA sta agendo di proprio impeto, o qualcuno la sta a sua volta manipolando? A tale proposito gli appassionati, analizzando anche le numerose citazioni presenti negli episodi, hanno lanciato varie ipotesi.
Un nome che circola con insistenza è quello di Mefisto, vero e proprio Satana del Marvel Universe. Il che avrebbe perfettamente senso, se è vero che il finale di WandaVision aprirà a Doctor Strange 2: Il multiverso della pazzia. Si tratta del secondo film dedicato allo Stregone Supremo (interpretato da Benedict Cumberbatch), e che stando alle dichiarazioni dovrebbe avere toni più dark (horror?) del solito. Tanto che per la regia si è scomodato un Maestro del genere quale Sam Raimi.
Come si suol dire, chi vivrà, vedrà! Scopriremo un episodio
per volta che si sono inventati gli autori…
Per il momento, il bilancio dei primi due episodi di WandaVision è nettamente
positivo. Siamo di fronte a un’opera raffinata, visionaria in maniera creativa
e sorprendentemente coerente e originale: che succede se un personaggio di una
serie TV odierna distorce la sua realtà verso una visione (sic!) idilliaca e
romantica? Beh, per esempio può finire in una sitcom dei bei tempi andati! Metatelevisione azzeccata, e oserei dire logica e necessaria.
C’è anche un’arguta nota autoironica in questa trovata della sitcom: accusato spesso
di essere “troppo comico”, ecco che per rilanciarsi il MCU ti sforna una commedia
pura – ma che pura assolutamente non è: siamo piuttosto in una dimensione Ai confini della realtà... – superandosi un po’ in tanti e contorti sensi.
C’è un precedente importante: ed è quella magnifica serie Marvel, ma esterna e indipendente
rispetto al MCU, che è Legion (2017-’19), creata da Noah Hawley (Fargo) per la
defunta Marvel Television, e trasmessa sulla rete FX. Un’affascinante rilettura
della storia di David Haller/Legion (Dan Stevens), un problematico mutante dotato
di incontrollabili poteri mentali, figlio del celebre “Professore X” Charles Xavier,
il fondatore degli X-Men (che non vengono menzionati direttamente: all’epoca erano
esclusiva della Fox pre acquisizione Disney).
Riferendoci invece al cinema, in
WandaVision ritroviamo qualcosa di film come The Truman Show (1998, Peter Weir)
e Pleasantville (1998, Gary Ross). Mentre dai comics Marvel si menzionano
spesso il crossover House of M di Brian Michael Bendis, e il graphic novel Visione
di Tom King per i disegni di Gabriel Hernandez Walta.
Ma è bello notare come la serie Disney+, sinora, presenti affinità e riferimenti
sì a molteplici fonti, ma senza tuttavia mai ridursi a nessuna di essa. Risultando – ribadisco – un prodotto fortemente originale e interessante.
Ovviamente non tutti i fan del MCU hanno compreso l’operazione WandaVision (in
alcuni casi, in modo penosamente letterale…), che invece fa ben sperare gli
appassionati della Marvel Comics. Infatti, come ben sanno i vecchi appassionati dei
fumetti, senza nulla togliere al versante action, Marvel non vuol dire solo
combattimenti apocalittici. Una parte fondamentale del successo di questa
gloriosa casa editrice, è data dai viaggi ai confini del cosmo e della mente,
che hanno costituito la base di innumerevoli racconti straordinari, oggi salutati giustamente come grandi classici.
E in vista dell’imminente ingresso in campo di forze come gli X-Men e i
Fantastici 4, con tutto il loro enorme arsenale d’immaginazione, una serie come
WandaVision può essere davvero l’apripista ideale. Attendiamo i prossimi episodi!
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